Bergoglio: “Donne inadatte alla politica”. Bufala?

Vedo che già mercoledì sera, a pochi minuti dall’Habemus Papam, c’è chi ha cominciato a mettere a soqquadro la vita del nuovo papa alla ricerca di scheletri nell’armadio o uscite fuori luogo, con un copione già visto ai tempi dell’elezione di Ratzinger.

Alla seconda categoria appartiene una presunta dichiarazione, datata 4 giugno 2007, in cui il futuro pontefice Bergoglio avrebbe definito le donne “inadatte naturalmente alla vita politica”. Io, memore delle precedenti panzane riguardanti Benedetto XVI (le scarpe di Prada, i suoi rapporti col nazismo, la benedizione alla Kadaga, Ratisbona, Galileo/Feyerabend eccetera) prima di prendere la storia per vera ieri mattina ho preferito fare quello che dovrebbe (appunto, dovrebbe) fare un giornalista, ovvero verificare le fonti.

Google, in un caso così, dovrebbe essere uno strumento affidabile. Cercando “Bergoglio mujeres” e circoscrivendo la ricerca alle pagine modificate nel 2007 si finisce però dritti dritti dentro a… Yahoo! Answers. L’utente che pone la domanda riporta queste parole:

Buenos Aires, 4 de junio (Télam).- El arzobispo de Buenos Aires, cardenal Jorge Bergoglio, afirmó que “las mujeres son naturalmente ineptas para ejercer cargos políticos”, refiriéndose a la candidatura presidencial de la Senadora Cristina Fernández de Kirchner.

“El orden natural y los hechos nos enseñan que el hombre es el ser político por excelencia; las Escrituras nos demuestran que la mujer siempre es el apoyo del hombre pensador y hacedor, pero nada más que eso”.

En sus polémicas declaraciones, el arzobispo de Buenos Aires agregó que “hay que tener memoria; tuvimos una mujer como Presidente de la Nación y todos sabemos qué pasó”, refiriéndose a la ex presidente Estela María Martínez de Perón.

Las organizaciones de derechos humanos y movimientos feministas no hicieron esperar su respuesta.

Il testo è chiaramente la fonte delle frasi che sono state pubblicate ieri, tradotte, da vari siti web italiani (in quel momento mi risulta che solo una testata giornalistica avesse dato spazio alla notizia, ovvero TgCom 24*). Ha tutta l’aria di essere il copia-incolla di un’agenzia, ed infatti la Tèlam è una sorta di agenzia ANSA argentina di proprietà statale.

*AGGIORNAMENTO (15 marzo, ore 9.18). Un altro indizio a favore della non veridicità della notizia è dato dal fatto che per ora nessun quotidiano italiano solitamente critico verso la Chiesa la riporta: evidentemente le rispettive redazioni hanno dei dubbi ragionevoli. Oltre a TgCom24, a pubblicarla per ora sono stati solo nientemeno che Libero e Giornalettismo, entrambi senza citare alcuna fonte).

Eppure, facendo una ricerca nell’archivio del sito dell’agenzia, questo testo non si trova. E non si trova nemmeno setacciando il sito con Google. Le stesse parole cercate su YouTube non danno risultati rilevanti. Infine, non sembrano esserci nemmeno tracce di reazioni di movimenti femministi a queste dichiarazioni.

L’altra cosa curiosa è la data: Bergoglio avrebbe pronunciato queste parole il 4 giugno 2007, ovvero un mese prima rispetto al lancio della candidatura di Cristina Kirchner a presidente dell’Argentina, avvenuta il 2 luglio successivo: questa data però nella Wikipedia in lingua italiana viene erroneamente anticipata al 2 giugno, ovvero a due giorni prima della fantomatica intervista.

Tutto questo non dimostra incontrovertibilmente che il testo sia stato inventato di sana pianta dall’utente argentino di Yahoo! Answers, magari per motivi politici, ma il sospetto è forte.

Di certo, se io ho forti dubbi che questa notizia sia vera, allo stesso tempo dubito fortemente che i gestori dei vari siti internet che hanno riportato la notizia così rapidamente scopiazzandosi tra loro siano certi della sua veridicità, visto che non credo si siano messi a verificare le fonti nel poco tempo trascorso tra l’annuncio della nomina di Bergoglio e la pubblicazione della notizia.

* AGGIORNAMENTO 2 (ore 14.23): sono stati pubblicati due post che sembrano darmi ragione… oppure che mi hanno copiato senza citarmi 🙂
Uno di un sito argentino spagnolo ed uno di un sito italiano, UCCR. Nel frattempo questo blog ha raggiunto il record storico di visite nello stesso giorno.

* AGGIORNAMENTO 3 (ore 18.15): Giornalettismo non ha tolto la citazione che vi ho linkato sopra, però in compenso ha pubblicato un articolo che, sebbene condito dal solito anticlericalismo stereotipato che lo caratterizza, prende per buona l’ipotesi della bufala. Secondo Giornalettismo il primo a parlare di bufala è stato il sito infocatolica.com, ma in realtà il post di quest’ultimi risale a stamattina, mentre il blog outono.net che vi ho linkato sopra ne aveva parlato già ieri alle 15. E pensare che io avevo questo post praticamente pronto ieri a mezzogiorno e ho voluto aspettare a pubblicarlo, mannaggia a me (però ho postato la notizia su Twitter credo per primo, alle 11.14: tweet 1tweet 2)

* AGGIORNAMENTO 4 (16 marzo, ore 12.25). Anche Avvenire prende posizione attribuendo la bufala ad una organizzazione anticlericale messicana.

* AGGIORNAMENTO 5 (18 marzo, ore 10.57 e 15.45). Il sito Factchecking analizza la vicenda, citando questo blog, e catalogando la citazione al momento come dubbia; scopro felicemente che anche Paolo Attivissimo, uno dei miei blog preferiti, si è occupato della questione. Il Fatto Quotidiano invece persevera pubblicando ieri un altro pezzo dove si prende per buona la frase misogina. Pure l’UAAR intanto fa marcia indietro pubblicando una rettifica, ma dai toni decisamente infantili (ovvero: noi abbiamo sbagliato, ma è colpa dei giornalisti e la Chiesa è brutta e cattiva. Amen.)

Polmone verde

Incredibile. Non ci posso credere. Ditemi che sto sognando. 

Un uomo russo pensava di avere un tumore, lo hanno operato e hanno scoperto che in un suo polmone era cresciuto un abete di cinque centimetri.

Davvero non ci credete che possa realizzarsi la fotosintesi all’interno di un organo umano?
Che possa crescere un albero, per quanto piccolo, dentro ad un polmone? 

Non solo può succedere dentro a un polmone, ma anche dentro ad un cervello umano.
Come quello dei giornalisti del Daily Express, di Adnkronos, La Stampa, Il Sole 24 Ore, Il Gazzettino ed almento diciotto testate on-line (rimanendo solo alle italiane) che hanno riportato la notizia.

Il futuro? Non è quello di una volta

Gli anni passano ma nonostante tutto il futuro non sembra proprio voler passare di moda.
In questi giorni le nostre cari reti televisive, comprese quelle finanziate con soldi pubblici, stanno dando ampio spazio, senza alcun tipo di contradditorio, ai soliti quattro astrologi che sostengono di sapere già come sarà il nostro 2009.
Nessuno ovviamente ci racconterà che anche quest’anno il CICAP ha confrontato le dichiarazioni degli astrologi dell’anno scorso con quanto è effettivamente avvenuto.
Con risultati facilmente immaginabili, e sempre uguali da vent’anni.

La GMG e i media nostrani

La settimana che comincia domani vedrà lo svolgersi a Sydney della ventitreesima Giornata Mondiale della Gioventù(1).
Mezzo milione di giovani provenienti da tutto il mondo sta raggiungendo in queste ore la più importante città australiana. Tra sabato e domenica parteciperanno con il Papa alla veglia notturna e alla grande messa che, come di consueto, concludono questi raduni.
Ma i media italiani come stanno raccontando l’evento?

Non si può negare come la stragrande maggioranza dei nostri giornali e telegiornali abbiano  un’avversione storica verso le Giornate Mondiali che, edizione dopo edizione, hanno assunto un’importanza forse impensabile quando nel 1984 furono istituite da Giovanni Paolo II, per i tanti appuntamenti collaterali e per le conseguenze a lungo termine che queste hanno portato nei paesi dove si sono svolte.
Nel 1984, come nell’anno successivo, la GMG altro non fu che un incontro dei giovani a Roma che durava lo spazio di neanche ventiquattro ore. All’epoca centomila persone in Piazza san Pietro erano decisamente una cosa inconsueta, e i nostri giornali, stando alle ricerche che ho fatto sul web, guardarono con sorpresa, e in maniera positiva a queste manifestazioni, così come alle edizioni che si svolsero negli anni ‘80.
Ma già nel decennio successivo le cose cambiarono. Nel 1993 a Denver i registi avevano l’ordine di non effettuare riprese dall’alto, in modo che in TV non ci si potesse rendere conto delle immense folle che seguivano papa Wojtyla.
Ma questo era niente in confronto a quanto escogitarono i nostri bravi giornalisti sette anni dopo. E negli anni seguenti.
Alla GMG di Roma partecipai anch’io: avevo diciassette anni. L’inviato barbuto del TG1 con cameraman al seguito che incontrai in Piazza dei Quiriti dove pranzavamo diede un colpo mortale alla considerazione che avevo dei giornalisti, quando mi disse candidamente che «Non vogliamo riprendere queste cose allegre… (…) Magari dopo fate finta di essere in fila davanti ai bagni chimici, perché noi alla gente a casa dobbiamo far vedere quali sono i vostri problemi, i vostri disagi, capisci?»
Ingenuamente non compresi in pieno la cattiveria che stava dietro quella affermazione, ma seppi in seguito che altri pellegrini più grandi ebbero perfino dei diverbi coi giornalisti di fronte a richieste  di questo tipo. Perfino un nostro famoso giornale locale mandò a Roma un inviato con il solo e preciso compito di mettere in cattiva luce l’evento e chi vi partecipava.

All’indomani della GMG romana si sparse la voce secondo la quale nel prato di Tor Vergata, dove si svolse la veglia e la messa finale, sarebbero stati trovati addirittura decine di migliaia di preservativi usati. Senza contare che una massa di persone così ampia dedita a rapporti sessuali sarebbe quindi passata inosservata ai giornalisti summenzionati, nessuno ha mai portato uno straccio di prova a supporto di questa vera e propria leggenda metropolitana, che ancora oggi ha un ampio riscontro su Internet e viene utilizzata per mostrare la presunta incoerenza dei cosiddetti “papaboys”(2). Per dire è stata anche rispolverata durante la campagna referendaria 2005 da una Emma Bonino stranamente a corto di argomenti. Eppure non esiste una sola testimonianza di un netturbino, o una foto, o un video…(3)
Evidentemente è più facile fare pseudo-giornalismo di questo tipo, con un evidente scopo anticristiano, anziché sforzarsi di analizzare come mai centinaia di migliaia di giovani partecipano con adesione sincera a questi raduni, in un mondo che, stando a quanto si sente in giro, è sempre più secolarizzato, scristianizzato e indisposto a seguire la morale cattolica.

La GMG del 2002 la seguii in televisione e sui giornali, per quanto possibile visto che passò praticamente inosservata. Nel 2005 invece ero a Colonia, dove leggevo tra il deluso ed il divertito i commenti sull’Avvenire. Come quando seppi che TV e giornali italiani avevano decisamente ridimensionato o addirittura ignorato il milione di giovani che aveva aspettato l’arrivo del Pontefice lungo le rive del Reno. All’epoca l’Avvenire scrisse che se invece di un milione di persone ce ne fosse stata soltanto una, la notizia avrebbe avuto molto più rilevanza. Pazienza.

Facciamo un salto di tre anni e arriviamo ai giorni nostri. Il primo luglio 2008 finalmente in un articolo del Corriere della Sera viene nominata la GMG di Sydney. Già il titolo è tutto un programma: «E il bordello apre le porte ai papa boys». In pratica il pezzo annuncia che un lussuoso bordello della città australiana sta aumentando l’organico in vista dell’arrivo dei pellegrini. Insomma secondo il signor Alessandro Sala è sottointeso che i pellegrini a Sydney andranno a far sesso, in barba a tutto quello che dice la Chiesa. La notizia è stata ovviamente rilanciata con un veloce copia-incolla da altri quotidiani e testate minori, cartacei o on-line.
Da notare poi come la stessa notizia, riportata in giornali stranieri, non parla di giovani pellegrini, il cui portafoglio tra l’altro stride con le esorbitanti tariffe del locale (a sei stelle), bensì di turisti o uomini d’affari venuti in città a vedere il Papa(4). C’è bisogno di tirare conclusioni?
Invece cercando su Internet oggi, 13 luglio, sembra che la cosa principale da dire riguardo all’imminente GMG è che un’associazione atea australiana distribuirà preservativi ai pellegrini.
Un copione già visto, insomma(5). Giusto qualche giorno fa invece, con perfetto tempismo,  iil documentario di una TV australiana ha riportato alla cronaca un vecchio caso di pedofilia che coinvolse, nel suolo di presunto copritore, il vescovo di Sydney(6). E la GMG non è ancora cominciata…

(1) Visto che il post  era troppo dispersivo, ho pensato di mettere delle note per rendere più scorrevole la lettura.
(2) C’è chi non la pensa come me, ma io trovo che questo neologismo abbia una connotazione vagamente dispregiativa, visto l’uso che ne fecero i giornalisti che lo coniarono.
(3) Sarebbe bastata anche una prova falsa creata ad arte, cosa che sarebbe stata abbastanza semplice da produrre… in fondo anche la BBC nel 1995 sporcò un prato pubblico di Reggio Calabria di siringhe e schifezze varie per “mostrarne il degrado”…
(4) La portavoce dell’albergo: “Obviously we’re not promoting it at your traditional Catholic community and it’s unlikely we will get priests through. But there’ll be lots of tourists in town and there’ll be lots of people in town.”
(5) Per la cronaca, i preservativi gratis ai pellegrini furono già distribuiti a Roma nel 2000 da attivisti del Partito Radicale e nel 2005 a Colonia da associazioni cristiane progressiste. Tanta pubblicità a prezzo modico.
(6) Ma perché parlare di "pedofilia" se la vittima aveva 28 anni?…

Sballi ravvicinati del terzo tipo

Et voilà. Basta una notizia ad effetto e un nessun controllo delle fonti che la figura di m…a è dietro l’angolo.

L’ultima bufala che ha messo in allarme mezza Italia riguarda i cosiddetti I-Doser, ovvero dei particolari Mp3 che, ascoltati, produrebbero gli stessi effetti delle droghe.

Già ad una prima analisi la notizia mi puzzava di gran balla: come può una sequenza di suoni, per quanto campionata a frequenze basse, produrre l’effetto di un farmaco che agisce irrimediabilmente sul sistema nervoso?

La notizia in Italia è stata pubblicata dal non proprio autorevolissimo TgCom, con tanto di intervista all’esperto o presunto tale. Il controllo delle fonti, attività assai fuori moda d’oggi giorno tra i giornalisti, non è stato fatto.

Una doppia combinazione di tasti, ovvero CTRL-C e poi CTRL-V eseguita in varie redazioni giornalistiche ha fatto sì che la notizia fosse rilanciata da vari quotidiani tra cui il Corriere.

E poi io dovrei spendere ben un euro per comprare questa roba?

L’intera vicenza è raccontata nel mitico blog di Attivissimo.

 

In radio: Jefferson Airplane – White Rabbit

Petizione per l'auto ad idrogeno

A quanto pare sta girando su Internet un testo apocrifo, attribuito al sig. Giuseppe Grillo da Genova, riguardante una petizione per imporre al Governo l’adozione su larga scala dell’auto a idrogeno. Ma in realtà, come spiega ancora una volta il buon Attivissimo, si tratta di petizioni dal contenuto puramente simbolico, esattamente come la celebre petizione on-line per togliere il costo di ricarica dei cellulari che non è stata la causa dell’effettiva cancellazione di questa mini rapina perpetuata ogni giorno a tutti gli italiani dotati di cellulare (ovvero tutti gli italiani e basta). Non siamo ancora arrivati quindi a questa forma di democrazia diretta (per fortuna!)…

I dettagli cliccando su questo link:
http://attivissimo.blogspot.com/2007/03/petizione-grillo-per-auto-idrogeno.html

O.T. un’altra segnalazione dell’Attivissimo: l’autorevole (si fa per dire) Corriere della Sera ha pubblicato qualche tempo fa la notizia di uno studio secondo il quale Bush è il presidente degli U.S.A. con il quoziente intellettivo più basso di tutti i tempi. Purtroppo si tratta di una mega balla, e il Corriere non ha minimamente cercato di verificarne la veridicità. Nello stesso errore era incappato precedentemente lo spagnolo El Pais, il quale però dopo ha chiesto pubblicamente scusa ai propri lettori. E il Corriere? Nulla. Tanto, che bisogno c’è?