Gran spettacolo al Palazzetto

Lo “Schiaccianoci”, il celeberrimo balletto musicato nel 1892 dal russo Pëtr Il’ic Cajkovskij, ha segnato il penultimo atto dell’edizione 2009 di Opera in piazza a Oderzo.
I due spettacoli serali di venerdì 18 e sabato 19 settembre al PalaOpitergium hanno segnato pure quest’anno il tutto esaurito, anzi una richiesta di biglietti superiore alle disponibilità; questi però sono stati preceduti da una terza esecuzione, di prova, tenutasi nella mattinata di giovedì mattina. Una prova generale appunto che non è stata a solo uso e consumo degli “addetti ai lavori” ma che è stata vista da circa un migliaio di ragazzini provenienti da varie scuole elementari e medie del comprensorio opitergino-mottense.
Si è trattato di un’iniziativa voluta anche quest’anno dall’ente organizzatore, l’associazione Oder Atto II, che ha voluto così dare a questi piccoli studenti un’opportunità unica di avvicinarsi al mondo della musica classica gratuitamente, dal vivo e vicino a casa. I ragazzi hanno risposto bene, rimanendo abbastanza silenziosi (per poi sfogarsi durante l’intervallo) e creando un’atmosfera non certo da teatro, ma quasi, ed applaudendo in modo convincente, specie al termine dei balletti più famosi di quest’opera resa celebre anche da Walt Disney e dalla televisione.
La bravura dell’orchestra e degli attori ha fatto il resto, regalando ai presenti un’esibizione di alta qualità e senza interruzioni tecniche, nonostante fosse appunto “solo” una prova.
Al termine dello spettacolo Maria Grazia Patella, una delle “anime” dell’associazione che da ormai vent’anni porta la lirica a Oderzo, ha invitato i ragazzi a raccontare le emozioni vissute durante lo spettacolo nella forma che preferiscono: i disegni, i temi e quant’altro verrà prodotto sarà poi raccolto dagli insegnanti che hanno aderito a questa iniziativa e consegnato all’associazion e Oder, la quale ha intenzione di pubblicare gli elaborati nei giornali locali o in una pubblicazione apposita il prossimo anno, quando si terrà la ventesima edizione dell’Opera in piazza, una manifestazione che tiene alto il nome di Oderzo, è proprio il caso di dirlo, fin dall’altra parte del globo.

L’Azione, domenica 27 settembre 2009

Showbiz

http://www.youtube.com/v/ispoFdWRXro&hl=it&fs=1&rel=0
Ecco i Muse, gruppo alternativo inglese, che dieci giorni fa pubblica il suo quinto album.
Ecco il sottoscritto, che si ascolta l’album in anteprima su Radio Deejay rimanendo piuttosto deluso.
Ecco ancora il sottoscritto, che domenica pomeriggio in un attimo di debolezza accende la tv e scopre che a Quelli che il calcio stanno suonando i Muse per promuovere il loro ultimo disco che lo ha lasciato piuttosto deluso. Che tristezza.
(E anche Quelli che il calcio, poi. Chi l’avrebbe mai detto che un giorno avrei rimpianto Fazio?)
Ecco il cantante che sta suonando la batteria. Eclettico. Ma guarda come la suona. Idiota. Ma in fondo il playback è un regno dove tutto è permesso.
Ecco che termina la canzone, e il cantante che suona la batteria che se ne va col tastierista.
Ecco la Ventura che si ferma dal batterista che sembrava il cantante e lo intervista. Ma che sta succedendo?
Ecco la Ventura che gli dice “Parlate molto di Apocalisse (…) Il vostro disco è uscito l’11 settembre, non credo sia un caso” ed ecco l’altro che gli risponde “Sì, lo è”. Che tristezza.
Ecco il sottoscritto che va su Youtube a rivedere l’esibizione e sente la Ventura definire i Muse “Il gruppo più eclettico, innovativo e coraggioso della musica inglese”. Cosa?
Ecco il sottoscritto che gira sul web e scopre che i Muse si sono inventati tutta questa messinscena per protestare contro l’obbligo di cantare il playback.
Ecco la Ventura (la quale, faccio notare, è giudice in un programma musicale) e tutta la produzione del programma che ci sono cascati come delle pere cotte.
Ecco i Muse che mi riguadagnano qualche punto dopo il loro ultimo disco che lo ha lasciato piuttosto deluso.
Ecco il sottoscritto che pensa a quanto in basso stia cadendo la nostra televisione.
Che tristezza.

 

In radio: Muse – Showbiz (1999)

Aggiornamento. Non posso non riportare un altro paio di flati usciti dalla bocca della conduttrice:
* “Very internascionaaaal!”
* “E’ più bella la casa del drummer o di George Clooney?”

Sono convinto che Bach apprezzerebbe

I Coldplay a Udine

Qualche spunto…
ORGANIZZAZIONE (INGLESE o ITALIANA). Troppo monotono fare un’unica zona prato. Dunque recintiamone un pezzo. E facciamo che entra un po’ di gente e poi basta. E se questi vogliono uscire, gli mettiamo un bel braccialetto di carta verde così poi possono rientrare. Bello no? Peccato che poi i braccialetti sono finiti ed è capitato che qualcuno, arrivato allo stadio già la mattina, alle cinque e mezza abbia avuto la cattiva idea di uscire (senza braccialetto) per fare pipì e poi si sia trovato davanti un energumeno al momento di tornare dai ragazzi. Poi si è sparsa la voce che avrebbero fatto entrare altre persone senza braccialetto. Quando finalmente hanno iniziato, ressa e (quasi) panico. Poi finalmente i gorilla si sono organizzati e abbiamo potuto entrare nella zona rossa in sicurezza. Mah.
MINISTRI. Non hanno la y finale e sono da Milano. Sono ggiovani, sono rock, sono arrabbiati, sono filosovietici. E vendono le loro magliette a 30 euro allo stand dei Coldplay. D’altronde, se lo fa chi suona dopo di noi, possiamo noi essere da meno? Viva la coerenza. Musicalmente parlando, un gruppo che non inventa niente ma con qualche spunto interessante. Rimandati a settembre.
WHITE LIES. Giovane band proveniente dai sobborghi di Londra. Bravi, coinvolgenti, ma maledettamente poco originali. Assomigliano troppo a gruppi come Joy Division, Editors (gruppo già di per non molto originale) e pure un po’ ai nostri Diaframma. Che sarebbero ottime come influenze, ma quando è troppo è troppo. Aspetto il loro secondo disco.
COLDPLAY. Grande spettacolo, grandi emozioni nonostante un Chris Martin dichiaratamente non al meglio. Un’ora e 45 minuti di concerto (10-15 minuti in più non sarebbero guastati…) per ventitré canzoni più due all’immancabile bis. In mezzo un medley in salsa techno, una God Put A Smile Upon Your Face che sapeva un po’ di Subsonica, un interessante e piacevole omaggio acustico a Michael Jackson con Billie Jean in un secondo palco più piccolo al centro dello stadio. E poi grossi coriandoli, palloni, luci, fuochi d’artificio immagini suggestive e azzeccate. Il tutto senza esagerare: la quantità industriale di video messi su YouTube (tra cui il mio qui sopra, peccato per l’audio pessimo) parla da sola.
ORGANIZZAZIONE (INGLESE). Quest’anno i Coldplay hanno avuto la bella idea di regalare un loro CD live, scaricabile legalmente dal web, a tutti quelli che escono dai loro concerti. Sembra che tra i primi che sono usciti dallo stadio qualcuno se ne sia portati a casa due, e la stragrande maggioranza della gente è rimasta senza. Triste la scena degli addetti che lanciavano alla folla gli ultimi CD rimasti: sembrava di essere al Palablù a Gardaland.