Oggi ricorre il 407° anniversario della cosiddetta “Congiura delle polveri”, ovvero il tentativo fallito da parte di Guy Fawkes e dei suoi uomini di far scoppiare una rivoluzione a Londra, facendo saltare in aria il re ed il suo governo riuniti nella Camera dei Lord.
La sua figura (nel vero senso della parola) ha guadagnato popolarità a livello mondiale per l’uso che se n’è fatto dopo l’uscita del film V per vendetta (2006), noiosa trasposizione cinematografica dell’omonimo fumetto di Alan Moore, pubblicato negli anni ’80 e noto, fino a sei anni fa, solo ad una nicchia di appassionati del genere.
Il protagonista di film e fumetto infatti, indossava una caratteristica maschera riproducente le fattezze di Fawkes; la stessa maschera è stata adottata come simbolo dai misteriosi hackers di Anonymous e, in seguito, da numerosissimi attivisti che, in tutto il mondo, si riconoscono nel movimento degli indignados o che in generale partecipano a manifestazioni di protesta contro la politica, le banche e la finanza.
Personalmente mi trovo a condividere le motivazioni che alimenta questo genere di attivismo, dal quale noi italiani, ancorati come siamo a forme di protesta vecchie e pure controproducenti, avremo molto da imparare. Dovrebbe essere chiaro a tutti però che per combattere un sistema di cose non si può allo stesso tempo alimentarlo, ed è per questo che rimango assai perplesso sull’uso della maschera di Guy Fawkes: si tratta, quest’ultimo, di un prodotto i cui diritti sono detenuti dalla Time Warner la quale, grazie ad essa, sta facendo soldi a palate.
Guy Fawkes, inoltre, architettò l’attentato al parlamento inglese nel 1605 per motivi di discriminazione religiosa. Di fede cattolica, organizzò con i suoi uomini questo attentato contro Re Giacomo I quando capì che quest’ultimo, protestante, non avrebbe concesso la libertà religiosa agli inglesi rimasti fedeli al Papa.
Fawkes fallì nei suoi intenti, e per questo fu torturato, processato sommariamente e barbaramente ucciso.
Guy Fawkes, insomma, è una specie di martire per la fede cattolica. E se non fosse per il fatto che scelse la strada della violenza, la sua esperienza in fondo somiglierebbe a quella di certi beati o santi.
Sintetizzando: chi compra la sua maschera lo sa che protesta contro lo strapotere della finanza finanziando una delle più grandi multinazionali dei media al mondo, per impersonare la figura di un… terrorista cattolico?