La famiglia dei da Camino

La famiglia dei da Camino fu uno dei più potenti casati nobiliari delle Marca Trevigiana, e uno dei più importanti del nord Italia all’apice del proprio splendore, a cavallo tra tredicesimo e quattordicesimo secolo: la famiglia prende il nome dal paese di Camino di Oderzo. Per ulteriori informazioni si consulti il libro Camino e i da Camino.

1. Origini e ascesa (958-1226)

Di origine longobarda, la famiglia discende probabilmente da un ramo della famiglia dei Collalto ed in particolare da Rambaldo I, il cui figlio Guitcillo compare nel 958 a Montanara, alle pendici del Cansiglio, dove viene edificato un castello i cui scarsi ruderi ora sono in territorio del comune di Fregona. Questo castello, posto vicino all’importante strada che univa il Veneto col Friuli, viene donato come ricompensa per avergli salvato la vita. Guidone diventa perciò Conte da Montanara, e col passare degli anni insieme ai figli Alberto e Guecello diventa vassallo di parecchie terre nel cenedese, fino a quando, nel 1089, i due ricevono in vassallaggio dal vescovo di Ceneda alcune terre in pianura tra il Piave ed il Livenza, in particolare intorno all’antica Opitergium dove edificarono un castello, in un luogo a nord della città dove sorgeva un borgo vicino ad una grossa fornace. Dal nome di quel luogo i Conti Da Montanara diventeranno in seguito “Conti da Camino”.

Grazie ad investiture vescovili ma anche a privilegi imperiali, ad eredità concesse e ad alcuni matrimoni con membri di altre famiglie nobili del luogo (in particolare quello di Guecellone II con Sofia di Colfosco), i caminesi riuscirono ad estendere i propri domini, nel giro di un secolo, in tutto i Comitati di Ceneda, Feltre, Belluno oltre che nella zona del Cadore e del Comelico.Dopo un breve periodo di decadenza durante il quale il Comune di Treviso riesce a sottomettere la famiglia alla condizione di cittadini (1183 e 1199), i caminesi acquistano presso il capoluogo della Marca grande autorità, riprendendo la politica guelfa di Sofia da Camino e diventando ben presto i principali sostenitori delle fazioni guelfe (ovvero alleate del Papa) contro i ghibellini (filo-imperiali) guidati dalla potente famiglia dei Da Romano.

2. La guerra contro i da Romano (1229-1263)

Durante la lunga lotta con questa famiglia per due volte i Caminesi riescono ad ottenere la preminenza in città (dopo il 1235 e nel 1239): la seconda volta con alleato Alberico da Romano, temporaneamente staccatosi dal partito imperiale, che presto riesce ad essere solitario padrone della città usurpando il potere agli alleati Caminesi e guidando la città con una politica ghibellina.Ma alla fine sono i guelfi a spuntarla e i Da Romano a soccombere nel 1260: gli stessi guelfi in seguito si stringono intorno a Gherardo da Camino per sconfiggere il rinascente partito ghibellino guidato dalla famiglia dei Castelli, nominandolo signore assoluto della città nel 1283: è l’inizio della signoria caminese sulla città.

3. L’apice con Gherardo da Camino (1266-1306)

Gherardo subito cerca, riuscendoci, di consolidare il suo potere cancellando definitivamente il partito ghibellino e ogni forma di opposizione; cerca inoltre, con risultati altalenanti, di espandere il proprio dominio anche in Friuli entrando in collisione più volte con gli interessi del Patriarca di Aquileia. Meglio riesce a fare in pace, conservando buone relazione con i Comuni e i signori vicini, cercando nuove alleanze con i matrimoni dei figli, diventando arbitro di pace nella Marca e fuori. In particolare riappacifica i due rami della famiglia dando in sposa la figlia Gaia a Tolberto III dei cosiddetti Caminesi di sotto. Sostiene la parte guelfa pur non entrando nelle discordie civili ed ospita nella sua corte molti scienziati e letterati tra cui Dante, che spenderà parole di lode per lui nella Divina Commedia e nel Convivio. Nel Comune di Treviso è signore assoluto ed amministra a piacere la giustizia e i conti pubblici della città, ma rafforza la propria posizione tenendosi in ottimi rapporti con i nobili cittadini ed il popolo, per la cura e l’interesse che dimostra per la prosperità pubblica e la cultura, ed anche con la Chiesa finanziando le istituzioni religiose cittadine.Così Gherardo riesce a governare fino alla morte, assicurando la pacifica successione al figlio Rizzardo IV.

4. La fine del dominio sulla Marca (1307-1337)

Rizzardo aveva già mostrato più volte la sua arroganza e la sua ambizione che in seguito lo spingono ad agire impulsivamente in guerra ed in politica: un tumulto popolare lo costringerà ad abbandonare Udine dopo la sua nomina a signore del Friuli (1309), poi non tiene dei buoni rapporti con Venezia ed in seguito riesce ad ottenere il vicariato imperiale da Enrico VII tradendo la secolare politica guelfa familiare, con una mossa che porterà ad una congiura contro di lui e alla sua morte nel 1312. Il fratello Guecellone prenderà quindi il suo posto, ma, dopo aver fatto gli stessi errori del fratello sarà costretto a fuggire dalla città dopo pochi mesi, ponendo fine alla signoria.

5. Il declino (1339-oggi)

Ormai compromessa ed in declino, il casato Caminese perde buona parte dei suoi possessi poco più di vent’anni dopo con l’estinzione del ramo dei Caminesi di sopra (1335), a vantaggio della Repubblica di Venezia, ansiosa di espandersi in terraferma.I Caminesi di sotto, aggregati alla nobiltà veneziana, continueranno ad avere un ruolo secondario nelle vicende politiche della Marca fino al 1422, quando perderanno il potere territoriale sui loro ultimi possedimenti, uscendo per sempre dalla scena politica veneta. I Caminesi rimasti continueranno a vivere senza più entrare nelle vicende politiche: dopo una parentesi in Germania i sopravvissuti si stabiliranno a Cordignano e, dalla fine del XVIII secolo, anche a Trieste (dove Francesco Saverio da Camino si farà notare come medico, scienziato e patriota), Torino, e dopo essere stati depredati delle ultime ricchezze rimaste dagli Austriaci, alcuni di loro emigreranno in Brasile in cerca di fortuna, dove ancora oggi abitano i loro ultimi discendenti.