Oderzo: quel che è emerso dalle amministrative

A seguito delle elezioni comunali dello scorso 3 e 4 ottobre, Maria Scardellato ha ottenuto la conferma a primo cittadino di Oderzo: si tratta della quinta vittoria leghista su sette tornate elettorali da quando è in vigore l’elezione diretta del sindaco. Una conferma ampiamente scontata, specie dopo la clamorosa esclusione, avvenuta a inizio settembre, delle liste in appoggio a tre candidati sindaco, dovuta com’è noto a delle irregolarità nella raccolta delle firme necessarie per presentare le suddette liste.

Ora, se non si può certamente rimproverare gli organi preposti per aver applicato la legge causando queste esclusioni, non altrettanto si può fare con i tre candidati sindaco coinvolti: nessuno dei tre, così come alcuni loro collaboratori, erano alla prima campagna elettorale. Ragion per cui difficilmente è perdonabile un errore di tale portata, causa di grande amarezza, quando non addirittura di rabbia, per i candidati che ambivano ad entrare in consiglio comunale, e per i loro sostenitori. Amarezza e rabbia che spiegano almeno in parte il deciso aumento delle schede nulle, passare dalle 225 di cinque anni fa alle 444 di quest’anno.

L’altra considerazione che bisogna fare sui candidati sindaco esclusi è questa: due su tre in passato sono stati in lista assieme ai loro attuali avversari, e lo stesso si può dire anche di alcuni candidati di peso in varie liste. Che messaggi impliciti trasmette tutto ciò all’elettorato? Semplice: i candidati sono sempre gli stessi e sono tutti uguali (altrimenti non riuscirebbero così facilmente a “cambiare casacca”). Due messaggi pericolosamente populisti che di certo non favoriscono una sana e democratica voglia di partecipare alla cosa pubblica, né con il voto né tantomeno con la politica attiva. E l’altra domanda che è necessario porsi ora è: quali di queste scissioni e cambi di casacche sono dovuti ad una disinteressata ricerca del bene dei cittadini e quanti piuttosto a personalismi dei protagonisti di tali mutamenti?

Sul fronte opposizioni, per la lista Oderzo Bene Comune e il Movimento 5 Stelle questa tornata elettorale è stata una Caporetto, nel senso che hanno perso la battaglia ma vinto la guerra. In una delle zone del Veneto in cui le sinistre godono di meno consensi, le due forze unite hanno perso circa il 15% dei voti rispetto alle amministrative 2016 quando si presentavano separate; ma alla fine hanno guadagnato tutti i cinque seggi che spettano alle minoranze, ovvero assai di più di quanto avrebbero potuto legittimamente sperare fino a inizio settembre. Ora si apprestano quindi a formare un’opposizione unita come forse mai prima d’ora, almeno sulla carta. Da segnalare in particolare l’ottimo risultato di Chiara Fiorin: la ventiseienne astrofisica, con un passato di animatrice in parrocchia, è stata la terza nelle liste di opposizione ad ottenere più preferenze dietro a due soggetti navigati come Princivalli e Martin, e sarà la persona più giovane a sedere in consiglio comunale. Un risultato notevole anche tenendo conto di un aspetto curioso: Fiorin è completamente assente dai social network.

In conclusione, il quadro generale che emerge dopo la chiusura dei seggi è piuttosto deprimente: il 44,15% di affluenza, contro il 70% di dieci anni fa e l’81% del 2001, pur seguendo l’andazzo nazionale e il progressivo disinteresse dei cittadini nei confronti della politica, pone infatti un serio problema di rappresentatività per la nuova amministrazione e l’intero consiglio comunale. Al netto delle tante schede nulle infatti la percentuale di elettorato che ha espresso un voto valido scende ad un penoso 40,73% e la Scardellato, pur avendo ottenuto una netta vittoria, si troverà a governare pur non essendo stata votata da circa il 71% degli elettori.

L’auspicio è che ora maggioranza ed opposizione, e tutti i cittadini a cui stanno a cuore la democrazia e la politica autentica, riflettano seriamente su questi numeri preoccupanti e si adoperino in ogni modo per favorire una netta inversione di tendenza già alle amministrative del 2026.

L’Azione, domenica 31 ottobre 2021