Migrazioni: ragionare, non speculare


Rescue Operation, di Massimo Sestini, 2014

Premessa: ho scritto questo post nel mio profilo privato di Facebook a inizio marzo. Solo in seguito ho scoperto che i promotori della raccolta firme hanno preso le distanze dal volantino razzista di cui si parla qui sotto. (Comunque, se i promotori della raccolta firme avessero pubblicato tale dissociazione nella loro pagina Facebook, sarebbe stata utile ad evitare molti equivoci, vista la situazione descritta qui sotto.)
Nonostante questo, e nonostante la vicenda sia ormai chiusa da qualche settimana, ho ritenuto di pubblicare lo stesso questo pezzo senza modifiche sostanziali davanti all’ennesima gravissima tragedia nel canale di Sicilia di questa notte e a certe vergognose reazioni apparse oggi (19 aprile 2015) in rete. I destinatari di queste parole non sono infatti i promotori della raccolta firme, persone che non conosco e che potrebbero essere quindi in buona fede, ma chiunque si approccia ai problemi legati all’immigrazione in modo superficiale e/o xenofobo, o li strumentalizza per un proprio tornaconto.

Potete quindi toglierci la vicenda Sandro Magro e metterci le polemiche per i fantomatici 30 euro agli immigrati o i commenti di chi esulta alla notizia dei morti di stanotte: le dinamiche sono le stesse.

La comparsa su Facebook della pagina “Io sto con sandro magro” era prevedibile come il servizio al telegiornale coi consigli per gli anziani quando arriva l’estate.
Gli anonimi creatori della pagina hanno organizzato alcune raccolte firme, l’ultima ieri mattina in piazza a Oderzo.
Il volantino che pubblicizza l’iniziativa dice:
“Uno stato che apre un inchiesta sull’imprenditore Sandro Magro che ha sparato dei colpi in aria per mettere in fuga i ladri, è uno Stato che sembra preoccuparsi solo della incolumità dei criminali!!!”
No. E’ uno Stato che vuole assicurarsi che un cittadino che ha sparato dei colpi di arma da fuoco sia regolarmente dotato di porto d’armi, non sia incorso in eccesso di legittima difesa, ed abbia effettivamente sparato in aria, eventualità accertabile solo dopo un esame balistico, suppongo. Uno Stato che fingesse di non vedere creerebbe un pericoloso precedente a danno della sicurezza dei cittadini.
L’autore di questa frase, invece, si preoccupa dell’uso dell’apostrofo? Ma proseguiamo. Il volantino continua con quattro auspici, che, di fatto, non hanno alcun nesso con lo scopo della raccolta firme (la chiusura del fascicolo su Sandro Magro), rendendo la stessa quantomeno discutibile. Tralascio i primi due solo per brevità e passo agli altri (le preposizioni tra parentesi le ho aggiunte io):
3. “Vogliamo le frontiere chiuse! A casa tutti [gli] stranieri che non lavorano”
4. “Vogliamo tutti i rom schedati! Smantelliamo [i] campi nomadi potenziali covi di delinquenza”.
A parte il fatto che i potenziali covi di delinquenza non si trovano solo nei campi nomadi, e se dovessimo smantellarli tutti l’Italia diventerebbe un cumulo di macerie che neanche il 1945, faccio presente che l’immigrazione è un problema solo se c’è la volontà di renderla tale. Gli Stati Uniti, il paese più ricco e potente del mondo, è stato costruito da immigrati, per dire. Molto tempo fa ci arrivò un ragazzino senza un lavoro e che nemmeno conosceva la lingua: voi l’avreste rimpatriato, lui invece, straniero, creò ricchezza e posti di lavoro. E regalò a Oderzo un’ala nuova dell’ospedale.
Sto parlando di Amedeo Obici, quello dei Peanuts. Se a Suffolk, invece che opportunità, avesse trovato solo xenofobia e populismo, lo stesso di chi lancia iniziative come questa, cosa sarebbe successo? Magari avrebbe finito i suoi giorni in gattabuia o sulla sedia elettrica, come altri suoi connazionali.
Proprio come un secolo fa negli Stati Uniti, oggi in Italia tanti immigrati scelgono o sono costretti a scegliere la criminalità: sarebbe da ciechi o buonisti sostenere il contrario. Ma la maggioranza vive onestamente, lavora o vorrebbe lavorare. E quindi pagare i contributi. E quindi anche pagarmi e pagarvi la pensione, visto che noi italiani abbiamo smesso di fare figli e non ce ne preoccupiamo. Ci avete mai pensato? Quindi, se non volete accogliere lo straniero per solidarietà, fatelo almeno per interesse.
Qual è la via d’uscita allora? Si chiama politica. Sì, proprio quella politica di cui sento sempre più spesso parlare come se fosse una malattia infettiva: una cosa sporca, da cui tenersi lontano, che pregiudica qualsiasi cosa in cui entra.
Informandosi, si scopre per esempio che esistono degli accordi bilaterali tra stati che, se fossero applicati, obbligherebbero gli stranieri che delinquono in Italia a scontare la pena nel proprio paese d’origine. Ipotesi che, oltre a fungere da deterrente, aiuterebbe le nostre forze dell’ordine ad allontanare le mele marce.
Sapete poi che la maggior parte degli immigrati vengono in Italia solo per proseguire altrove, ma non possono perché una legislazione europea inadeguata non glielo consente?
Bene, ora lo sapete. Chi dovrebbe adoperarsi per modificare queste leggi? I parlamentari europei. Nel 2009, migliaia di italiani col voto decisero che ad occuparsene dovesse esserci per esempio un certo Matteo Salvini, il quale preferisce i comizi in TV e nelle piazze per raccogliere facile consenso col populismo e l’odio verso gli stranieri. Capite quindi che a lui, così come ad altri della sua categoria, CONVIENE che i problemi legati all’immigrazione e la sicurezza NON vengano risolti?
Quindi, andando a firmare questa petizione, alimentando un clima da Far West, sfogando le vostre legittime preoccupazioni sbagliando bersaglio, fate il gioco di lucra sui nostri problemi. Spiace leggere che anche il nostro sindaco si è prestato a tutto questo.
I problemi non si risolvono con queste iniziative fini a se stesse, ma andando alla loro radice, e usando il cervello, non le armi. Partecipando alla vita pubblica, informandosi, vigilando sull’operato di chi ci amministra, cercando di distinguere chi vive di slogan da chi prova a cambiare le cose e non ci riesce anche perché non buca abbastanza lo schermo.
Sparare nel mucchio non serve a nulla: chi lo ha fatto, letteralmente (mi riferisco al benzinaio Graziano Stacchio), ora non ne va molto fiero, secondo quanto ha dichiarato ai giornalisti.
Nella pagina citata all’inizio c’è ha scritto: “Attenti a non farvi strumentalizzare dalla politica” (come volevasi dimostrare). Qualcuno lo ha già fatto, immaginando che l’Italia sia piena di fessi che nemmeno se ne accorgeranno. Volete dargli ragione? Bene: un banchetto ed una penna vi aspettano.

3 pensieri riguardo “Migrazioni: ragionare, non speculare

  1. E’ talmente veritiero tutto quanto esposto nell’articolo che viene quasi da piangere sulle parole con cui conclude. Così facile ed evidentemente comodo, per “i tanti”, colpevolizzare gli emarginati (profughi, rifugiati, Rom, ecc.) che nel calderone poi ci cadono inevitabilmente tutti i più deboli, anche Italiani. La gente non comprende che “ghettizzare”, ridurre le persone a casi da categorie umane, equivale a escluderli dalla società ed evitarli, ma così facendo, si allontana, come la costa per la nave che prende il mare, anche la soluzione di tutto quello che ha bisogno di essere considerato per poterlo inserire nel nostro quotidiano. La politica continua a cavalcare l’onda dell’insoddisfazione di elettori che perdono costantemente fiducia e preferiscono fare dibattiti sul “problema” immigrazione anziché rivolgersi ai propri “stati d’essere”: coloro che dovrebbero amministrare il Paese al fine di produrre benessere”; ma tutto si riduce ad atteggiamenti ed azioni orientate al sicuro mantenimento del compenso che ad essi attiene.
    Collaboro (molto marginalmente) con la Caritas ed ogni volta in cui me n’è capitata l’occasione, ho cercato di aprire gli occhi dei miei concittadini sulla verità dell’accoglienza e sui soldi che questo comporta. Togliere loro dalla testa l’idea che il profugo non vede nemmeno l’ombra di quei 30-45€. di cui sempre si sente come spettanti a ciascuno, é duro quanto scardinare a mani nude un chiodo lungo, conficcato a fondo e piegato per non essere mai più tolto. Il sogno é che la politica ritorni a svolgere onestamente il proprio ruolo ma se ciascuno di noi non si fa carico di quello che obiettivamente é nostro, temo che quell’onestà pretesa dagli altri resti un sogno.

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