La recensione de “Il Dialogo”


Seconda recensione per il mio libro dopo quella de “L’Azione” del mese scorso.  Ringrazio Giuseppe Migotto per il pensiero.

“Cara Fabia, tu sai già, come me, che Camino è uno dei posti più strani che vi siano al mondo”.
– “Ma come?, tu dirai, “Camino è un posto assolutamente anonimo, quattro case attorno a una decrepita chiesa e a un camposanto, 500 persone in un paese che non è neppure un paese e non è nemmeno un quartiere, un posto che non è niente. Non ce ne sono tanti di posti che non sono niente… Come se non bastasse, per coloro che ci sono cresciuti come nostro padre, questo paese era tutto. Uno degli aspetti paradossali della situazione era che questo niente è citato nella Divina Commedia, è stata una capitale che ha avuto un castello, una corte, una famosa misteriosa castellana, Gaia…”
Si chiude con questa testimonianza piena di affetto, il libro “Camino e i da Camino: un paese, la sua gente, il suo casato”. L’autore, Andrea Pizzinat, ha voluto porre a conclusione della sua faticosa ricerca, questa riflessione“sul posto che non è niente” consegnata ad un messaggio di posta elettronica da un emigrante memore di un piccolo paese contadino che, negli anni Cinquanta, voleva lasciarsi alle spalle le miserie della guerra e secoli di povertà, un paese che comprende oggi l’area industriale più importante del territorio ed il cui tessuto urbanistico è diventato tutt’uno con la città che rischiava di mangiarselo.
Il lavoro di Andrea Pizzinat è anche l’occasione per fare un tuffo nella storia del casato dei “Conti di Montanara”, di origine longobarda. I signori, diventati “da Camino”, per circa quattrocento anni della storia del castello estesero il loro feudo sull’intero territorio alla destra del fiume Monticano e alla sinistra della Livenza, fino al presidio di Portobuffolè.
Dal punto di visto strutturale, annota Mario Bernardi nella prefazione, l’opera – corredata da una ricca bibliografi a e da utilissimi indici dei nomi e dei luoghi – è stata pensata e ordinata secondo i canoni di una vera e propria scansione temporale analitica, tale da consentire una lettura di riferimento immediata, relativa alla cronistoria dei secoli che sono passati, a partire dell’anno Mille e fino all’epoca moderna e contemporanea.
Con un filo di nostalgia, Bernardi aggiunge: “Scomparse totalmente le famiglie patriarcali di un tempo, ci si è finalmente sottratti alla povertà e all’indigenza, ma si è forse dispersa irrimediabilmente la serenità e l’umiltà della vita semplice, occupati come siamo a far fronte alle oggettive difficoltà di chi si occupa di industria, artigianato e commercio”.
L’internauta Andrea Pizzinat, creatore di siti web e figlio di questo tempo, non poteva sfuggire al fascino della rete: “Questo libro è figlio del XXI secolo anche per altri motivi: intanto perché arriva a riferire di avvenimenti accaduti fino a due settimane prima che andasse in stampa e poi perché parte dei suoi contenuti è frutto di ricerche e di scoperte assai recenti”.
“I sostenitori della ciclicità della storia noteranno poi con piacere”, osserva Pizzinat, “come la cronologia di questo paese inizi e finisca con due industrie, peraltro sorte a mezzo chilometro di distanza: la fornace romana di Oderzo che diede il nome al paese e la Sole, prima fabbrica di Oderzo”.
E per chi, come l’estensore di queste note, è nato a pochi metri fuori del confine di Camino ed ha vissuto dall’ufficio personale di quello stabilimento gli umori della fine degli anni Sessanta, è stata una bella spinta a leggere tutto d’un fiato le trecentosettanta pagine.

Giuseppe Migotto, Il Dialogo, gennaio 2010

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”Camino e i da Camino: un paese, la sua gente, il suo casato” di Andrea Pizzinat, con prefazione di Mario Bernardi e note archeologiche di Luciano Mingotto – editore Tredieci – 2009 – pagg. 370

6 pensieri riguardo “La recensione de “Il Dialogo”

  1. ah, bene, non sapevo che ci fossi anche tu su wordpress!

    prima o poi arriverà anche una mia recensione; il libro mi è arrivato, finalmente, e l’ho letto tutto già: un gran lavoro.

    a presto.

    l’emigrante 🙂

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