2006 in musica


Disco dell’anno
Non voglio che Clara – Non voglio che Clara
Non mi sembra che il 2006 appena passato sia stata una grande annata in quanto a dischi. Tra quelli che ho sentito (non molti, a dire la verità) a spiccare è il secondo di questo gruppo bellunese-feltrino, musica leggera di alta classe che richiama temi e sonorità dei cantautori italiani degli anni ’60, primo tra tutti Luigi Tenco. Non è vero che non esistono più i cantautori, è che suonano nei gruppi: Fabio De Min è uno di questi.

Sorprese
Non voglio che Clara – Non voglio che Clara
Caparezza – Habemus Capa

Michele Salvemini, Caparezza per gli amici, Miki Mix per i nemici, riesce (quasi) a fare il salto di qualità lasciandosi alle spalle i ritornelli faciloni del secondo album. Una scelta coraggiosa che proprio per questo ha impedito a questo disco raggiungere il successo che meritava, proprio perchè non adeguatamente supportato da tormentoni. Ma forse è meglio così. Salvemini forse non è il massimo della coerenza, ma tutto questo gli fa guadagnare molti punti.

Conferme
Vinicio Capossela – Ovunque proteggi
A cinque anni di distanza dal grandoso Canzoni a manovella torna uno dei maggiori cantautori italiani dell’ultima generazione. La sua interpretazione di Brucia Troia vestito da Minotauro è stato il clou dell’ultimo mediocre concerto del primo maggio. Avanti così!
Bob Dylan – Modern times
Mr. Robert Zimmermann è una delle icone del secolo passato. cosa dire ancora di un uomo con 47 anni di attività alle spalle? La maggioranza dei suoi coetanei ancora in attività sono stra bolliti. Lui ancora no. Standing ovation.

Video da ricordare
Ok Go – Here it goes again e A million ways
I love you but I’ve choosen darkness – According to plan
Plan B – No good
Menzione speciale anche per The saints are coming degli U2 + Green Day…

Si può dare di più
Muse – Black holes and relevations
Se fosse il disco di esordio di un gruppo si parlerebbe di band dalle grandi potenzialità. Invece è il quarto disco dei Muse, i quali hanno dimostrato in passato di poter fare di meglio. Pro: ormai sono delle star internazionali, ma il loro sound non si è svenduto più di tanto. Contro: persistente tendenza alla ridondanza, malattia che si riconosceva già dal secondo album dei nostri, datato 2001.
Giovanni Allevi – Joy
Spesso e volentieri i musicisti diventano famosi con un album peggiore dei precedenti. E’ capitato anche a questo pianista ricciolone apprezzato in tutto il mondo e del quale ci siamo finalmente accorti anche noi italiani. Un passo indietro rispetto al bellissimo No concept.

Delusioni
Belle & Sebastian – The life pursuit
Il collettivo scozzese che ormai dieci anni fa incise dei bellissimi dischi pop oggi è un (mi pare) quartetto che ha pagato il tributo alla celebrità rendendo i suoi pezzi orecchiabili ma banali e scontati. Peccato.
Mondo Marcio – Solo un uomo
Orami della sua vita sappiamo tutto. Anche perchè parla solo di quello. A 18 anni era un rapper acerbo ma promettentissimo, a 20 è un fenomeno da baraccone che canta con un improbabile accento da ghetto. Ricorda: tu vuo’ fa’ l’americano, ma sei nato in Italì.
Mars Volta – Amputechture
Oh no – Ok go

A parte i due pregevoli (ma già sentiti) singoli con rispettivi meravigliosi video al seguito, nel secondo album di questo gruppo americano ci sono solo brani che vorrebbero essere indie ma che non lo sono, poco originali e a volte pure noiosi.

Ecco infine una lista di album del 2005 da ricordare giunti tardivamente nel mio lettore CD…

1) Sigur Ros – Takk…
2) Antony and the Johnsons – I’m a bird now   
3) Mars Volta – Frances the mute
4) Klimt 1918 – Dopoguerra
5) Giovanni Allevi – No concept
6) dEUS – Pocket Revolution
7) Franz Ferdinand – You could have it so much better

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